“Scrivi un articolo sulla tua esperienza in Sudan per la prima volta”… La fanno facile le colleghe della comunicazione.
Come si può raccontare in poche righe uno stratificarsi di sensazioni, pensieri, riflessioni ed emozioni che dopo una settimana dal rientro non hanno trovato un’espressione chiara? Potrei dire che il centro riabilitativo che OVCI ha costruito più di vent’anni fa nella zona di Omdurman, a nord di Khartoum, presso ARDA street, una delle vie centrali di comunicazione, gode di ottima salute e respira proprio come un ventenne affamato di vita.
Il via vai di fisioterapiste, logisti, autisti, assistenti di progetto ti coinvolge immediatamente nelle attività in corso. Ti accoglie un ingresso dove si affacciano gli uffici della rappresentante Paese e dell’amministrazione: due guardiani che coordinano e sostengono tutto il lavoro di queste persone. Al centro un albero pieno di foglie verdi, circondato da mattoni color sabbia che a me ricorda l’atmosfera dell’Alhambra.
Il Vocational Training Center (VTC) gestito dall’associazione locale USADC, nata grazie ad OVCI stesso, si affaccia sulla strada principale con una finestra da cui il laboratorio di panetteria vende sacchetti di pane appena sfornato. La panetteria, gestita da un professionista locale, ospita alcuni ragazzi che frequentano il VTC come apprendisti. All’interno della scuola, quel giorno, c’erano anche le studentesse del laboratorio di cartotecnica e ceramica e alcuni studenti in divisa blu che facevano un intervallo in cortile. I ragazzi del VTC di Arda sono adolescenti con diverse disabilità seguiti dallo staff di docenti di USADC, sostenuti dai progetti coordinati da OVCI. Frequentano il VTC per circa tre anni e non sempre con costanza, ma quando pandemie, colpi di stato e altre fragilità glielo permettono si incontrano nel VTC e imparano qualcosa per il loro futuro: stanno insieme, non sono soli.
Visitiamo il centro sanitario e riabilitativo costruito a Dar El Salaam (DES): periferia delle periferie a nord ovest di Khartoum. Un’oretta di strada dissestata - circondata da rifiuti di ogni tipo, abbandonati come a segnare il ciglio della strada con canali di discarica - ci permette di raggiungere DES.
Entrare nel perimetro fatto di casette e cortili del centro sanitario di OVCI è come varcare una porta di un altro mondo: pulizia, silenzio interrotto dal pianto di qualche bimbo, sorrisi, donne in attesa e l'inconfondibile via vai di fisioterapisti e operatori. Il coordinatore del Centro ci guida in una visita che culmina con l’incontro di due classi di scuola dell’infanzia inclusiva: bambini tra i 3 e i 5 anni ci salutano curiosi ed educati ed io non riesco a non sentirmi addosso ancora una volta la tipica arroganza occidentale di entrare a guardare gli altri che lavorano. Ma questi bimbi ancora una volta sono lì a dimostrarti che ogni secondo dedicato ad ascoltare qualcuno è la vita che ti dice "grazie", anche quando ti senti inutile e fuori posto.
La polvere della sabbia, il colore del deserto: coprono qualsiasi cosa lasciando nell’aria le domande aperte e difficili da esprimere.
Lo staff espatriato e lo staff locale di OVCI a Khartoum sono un Organismo nel senso originario di OVCI: Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale. La dedizione e l’entusiasmo - il “compromiso“ dicevano le mujeres peruviane - delle ragazze che in questo momento stanno guidando le attività in Sudan sono una bella testimonianza e una richiesta di impegno ulteriore.
Siamo consapevoli che tutto questo ha bisogno di essere sostenibile sempre di più, in un contesto internazionale dove la buona volontà, seppure indispensabile, non basta più. Lo staff locale sta crescendo in competenza e affidabilità e questo è il risultato di uno scambio di conoscenze e abilità che dura da decenni, ogni giorno, tra persone diverse che arrivano, partono, si fermano.
Manuela Turotti, Ufficio Progetti Italia