Il 23 ottobre 2022 sono arrivato a Rabat per prendere parte al progetto di OVCI “Scuola aperta: alleanze educative per l’inclusione” finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Conoscevo OVCI e il suo stile da ormai 10 anni e finalmente, dopo gli studi e alcune importanti esperienze lavorative, dopo numerose raccolte fondi, letture, testimonianze e dopo la pandemia… è arrivata anche per me la possibilità di dare un contributo come educatore.
A Rabat ho ricevuto un’accoglienza calorosa da un’équipe dinamica e affiatata che con grande disponibilità mi ha da subito aiutato ad orientarmi tra i molti aspetti di questa nuova esperienza: dalle numerose attività che qui OVCI svolge alle tortuose vie del souk nella Medina.
La mia prima impressione del Marocco – che lascerò al tempo di raffinare – è quella di un Paese complesso e affascinante, estremamente fiero delle proprie radici e tradizioni e al contempo risolutamente proteso verso obiettivi di modernità e cambiamento. Il progetto “Scuola aperta” si inserisce, infatti, nella scia del Programma Nazionale per l’Educazione Inclusiva avviato nel 2019 dal Governo marocchino in collaborazione con l’UNICEF e in linea con il quarto obiettivo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile: quello di fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti.
Due giorni dopo il mio arrivo, il 25 ottobre, abbiamo presentato ufficialmente il progetto alla comunità in presenza di un rappresentante del Ministero dell’Educazione, dell’ambasciatore italiano in Marocco, del responsabile della sede di Tunisi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dei rappresentanti delle associazioni locali nostre partner. Attraverso la realizzazione del progetto – in collaborazione con le istituzioni marocchine e con le associazioni locali che a Rabat, Settat e Tangeri abbiamo nel frattempo già cominciato ad incontrare – ci impegneremo a favorire l’inclusione di 500 bambini con disabilità nelle scuole ordinarie di 5 regioni del Paese, migliorare l’accessibilità delle loro scuole, formare all’educazione inclusiva i loro insegnanti, attivare 50 giovani volontari affinché li affianchino nelle loro case e comunità e realizzare diversi laboratori, gruppi di riflessione e altre iniziative di sensibilizzazione sui temi dell’educazione inclusiva.
Un progetto tanto bello quanto ambizioso, insomma, a cui sarò ben felice di poter collaborare con impegno e voglia di imparare e, speriamo, con anche un po’ di fortuna – Inshallah!
Luca Vellandi, Educatore