Carissimi amici di OVCI, eccomi qui per raccontarvi un po' della situazione qui in Ecuador, soprattutto in Esmeraldas. La situazione della pandemia ci ha visti costretti a rimanere chiusi per tutta la durata dell’anno scolastico. È stato difficile e triste vedere i luoghi normalm11ente pieni di bambini, ora completamente deserti: il giardino della ricreazione, il cortile dove tutti i lunedì ci si ritrovava per cantare insieme l’inno dell’Ecuador con l’alzabandiera, le classi vuote e le sedie sui banchi, il silenzio per i corridoi. I bambini però non hanno perso un giorno di scuola (digitale), aiutati dai loro genitori che sono sempre stati in contatto con gli insegnanti. Hanno lavorato molto, soprattutto nel primo quadrimestre, sulle emozioni che questa pandemia ha provocato: paura, timore, rabbia. Alcuni hanno dovuto anche affrontare la sofferenza di un lutto in casa.

Nonostante le notevoli difficoltà economiche in cui si sono ritrovate numerose famiglie, tutte si sono prodigate per poter far accedere tramite cellulare o computer, recuperato in qualche modo, alle lezioni on-line. Tutti i giorni le maestre si sono messe in contatto con gli alunni nelle forme più diverse: via whatsApp, telefonando o tramite videochiamate, per poter sempre essere in contatto 19con i bambini e le loro famiglie, non solo per le lezioni ma anche, e soprattutto, per dare un sostegno umano.

Abbiamo avuto la fortuna che alcuni Enti e anche alcuni tra il personale della scuola ci aiutassero con alimenti di prima necessità: olio, zucchero, farina, riso, lenticchie, tonno, pasta, per dare un po’ di sollievo alle famiglie. A volte, durante la distribuzione dei sacchetti, ci siamo sentiti dire: “Oggi ho aperto la dispensa ed era completamente vuota, non avevamo nulla da mangiare”. Oppure: “In questi giorni avevamo solo poco riso e abbiamo mangiato una sola volta con un po’ di aguita (infuso di erbe)”.  Spesso arrivavano da noi per ricevere gli alimenti nonostante la pioggia abbondante o il dover camminare sotto un sole cocente.

La situazione sanitaria è peggiorata rispetto allo scorso anno. Gli ospedali sono pieni (ma non pensate agli ospedali italiani, con tutti gli strumenti necessari e il personale preparato), non hanno medicinali. Chi ne ha bisogno deve peregrinare tra farmacie per comprarli e non è detto che sempre li trovino. A volte devono farli arrivare da altre regioni o Paesi, e purtroppo quando arrivano… è troppo tardi. I parenti passano ore fuori dagli ospedali per avere notizie dei loro cari. Ma nonostante questa situazione allarmante che peggiora di giorno in giorno, molti non hanno ancora capito la necessità delle misure precauzionali. Per le strade si vede gente senza mascherina, gomito a gomito gli uni gli altri: alcuni giocano a carte, altri bevono fuori casa con gruppi di amici.

Molto spesso si sente 20al telegiornale che la polizia ha trovato feste clandestine in luoghi piccolissimi e molto affollati con gente senza mascherina, niente distanziamento, nessuna precauzione. Molti locali vengono chiusi e la gente perquisita. Un po’ per volta stanno arrivando le vaccinazioni ma la popolazione è molto ampia e spesso la corruzione gioca a favore di chi ha poteri di comando. Speriamo che presto tutti possano essere vaccinati per poter uscire un po’ per volta da questa prova che ha messo in ginocchio tutto il mondo. Intanto continuiamo a vivere con speranza, senza lasciarci sopraffare dalla paura e dall’incertezza del domani, così come qui le persone più sagge molte volte ci insegnano.

A nome dei bambini e delle loro famiglie vi ringraziamo di tutto cuore per il notevole aiuto che ci date ogni anno. Senza questo, molti dei nostri bambini non avrebbero la possibilità di continuare i loro studi per poter avere un futuro migliore.

Un caro saluto riconoscente per tutti voi, amici dell’Italia!

Balzarotti Emanuela - Educatrice Associazione Nuestra Familia

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