Una crescente crisi umanitaria sta attualmente colpendo il Sud Sudan, con migliaia di sfollati sudanesi che fuggono dalla crisi di Khartoum, dalle loro case, dal loro lavoro, in cerca di sicurezza e rifugio. La situazione si è deteriorata rapidamente, suscitando preoccupazioni a livello globale e richiedendo un'azione immediata da parte della comunità internazionale. La causa principale di questa ondata di sfollamenti è stata la continua instabilità e la violenza in diverse regioni del Sudan, soprattutto a Khartoum, la capitale sudanese da più di tre mesi terreno di scontro tra i militari della RSF (Rapid Support Force) e l’esercito regolare. Il conflitto ha spinto molte famiglie a fuggire per mettersi al sicuro. La maggior parte degli sfollati proviene da zone del Sudan occidentale e meridionale, dove i combattimenti tra gruppi armati e l'insufficienza di servizi essenziali hanno reso insostenibile la vita quotidiana.
La situazione nel Sud Sudan, anche se più stabile rispetto al Sudan, presenta comunque sfide significative. Nonostante il Paese stia cercando di affrontare le proprie difficoltà interne, l'afflusso improvviso di sfollati sudanesi mette a dura prova le risorse limitate disponibili. I campi profughi esistenti sono sovraccarichi e non sono in grado di fornire assistenza adeguata a tutti coloro che cercano rifugio.
Molte famiglie sfollate si stanno stabilendo in insediamenti informali, cercando di costruire rifugi di fortuna utilizzando materiali di scarto. Le condizioni igieniche e sanitarie sono precarie, aumentando il rischio di malattie diffuse e carenze nutrizionali, soprattutto tra i bambini e gli anziani.
Questi rifugiati non possono che vedere Juba, la capitale del Sud Sudan, come meta finale del loro peregrinare fino a che la crisi militare si placherà lasciandoli finalmente rientrare alle loro case o a ciò che resta di esse.
Organizzazioni umanitarie internazionali stanno cercando di affrontare questa crisi emergente, fornendo assistenza medica, cibo e acqua potabile agli sfollati. Tuttavia, le risorse disponibili sono limitate e l'entità della crisi supera di gran lunga la capacità di risposta immediata. Si è reso evidente che è necessario un impegno coordinato e generoso da parte della comunità globale per affrontare questa situazione.
Allo stesso tempo, gli sforzi diplomatici sono essenziali per affrontare le cause sottostanti di questa crisi. La comunità internazionale deve lavorare in collaborazione con i governi del Sudan e del Sud Sudan per promuovere la stabilità, il rispetto dei diritti umani e la creazione di opportunità economiche nelle regioni colpite: solo affrontando le radici profonde del problema si potrà sperare in una soluzione duratura.
La crisi degli sfollati sudanesi nel Sud Sudan è un segnale di allarme che richiede un'attenzione urgente e un impegno globale. La sofferenza umana in corso non può essere ignorata, e la comunità internazionale ha la responsabilità morale di agire. Oltre all'assistenza immediata agli sfollati, è necessario un impegno a lungo termine per risolvere le cause sottostanti e garantire un futuro più sicuro e prospero per tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia.
OVCI è in prima fila nell’assistenza sanitaria e riabilitativa alle persone più vulnerabili di Juba, operando sia in favore dei residenti sia in favore delle comunità ospitate, siano esse in campi profughi gestiti da Governo e Nazioni Unite, siano esse in campi informali dove è difficile fare arrivare anche quel poco necessario alla sopravvivenza e che si prevede cresceranno in dimensione e numero di ospitati con questa nuovo e del tutto inaspettato afflusso di famiglie sudanesi.
Luca Rossetti, Desk-officer Sud Sudan per OVCI
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