Sono passati 10 mesi dall'inizio del mio servizio.
Quello che scrivo, lo scrivo con più consapevolezza. Forse sono cambiato in questi mesi. Forse non sono più la stessa persona che ero.
Forse.
Oggi voglio raccontarvi un po' della mia esperienza. Non vi parlerò di quello che ho fatto o che farò.
Voglio, invece, parlarvi delle persone che ho conosciuto e della realtà a cui ho avuto il privilegio di accedere.
Rabat.
Arrivo, ingenuo e solo dopo aver preso per la prima volta nella mia vita un aereo.
Credevo fosse una città sull'orlo della crisi. Sporca e povera. E invece no...
Rabat è una città moderna, pulita, ricca di storia e di arte.
È una città verde.
La gente.
I marocchini che ho avuto il piacere di incontrare sono stati fin da subito gentili e disponibili, mi hanno accolto a braccia aperte.
Ma sono le donne che mi hanno stupito più di tutte - colleghe, madri, maestre di vita.
Le donne che ho trovato sulla mia strada, sorridenti, fiere e combattive, hanno reso il mio percorso meno ripido e insidioso.
A loro va il mio grazie.
A tutte le madri che hanno sorriso o pianto davanti a me o con me.
L'esistenza di persone così riaccende in me un barlume di speranza: forse non tutto è perduto.
L'umanità esiste ancora.
L'umanità resiste.
P.S.: porterò con me questo bagaglio di emozioni, questi brandelli di immagini (che forse sbiadiranno nel tempo) che resteranno parte di quello che sarò.
È ricorderò ogni sorriso,
ogni gesto di fratellanza,
ogni atto di umanità.
Antonio Iannella - SCU con OVCI a Rabat