Sono le 7 del mattino di inizio marzo, è ancora buio fuori e una leggera foschia avvolge la città; in casa aleggia emozione e trepidazione. Carla mi butta giù dal letto, gira tutta contenta in casa. La comprendo, è entusiasta perché per la prima volta andremo in visita ad uno degli atelier di pasticceria del progetto PIAF - Projet Intégré d’Autonomisation des Femmes, progetto cofinanziato dall’Unione Europea, in partenariato con l’associazione BADR de Berkane e Casa Lahnina e sostenuto da numerosi partner istituzionali della società civile in Marocco e in Italia.

3YOymJlvVi xTIfid6xYNt 7hM9KQkH6HJKYh4oZWuw plaintext 638167363201141666Il progetto, di durata triennale, offre la possibilità a 200 giovani ragazze con disabilità e le loro caregiver delle regioni de l’Oriental, Souss Massa, Casablanca – Settat e Tanger – Tétouan – Al Hoceima di emanciparsi, garantendo occupabilità e accesso al lavoro tramite un corso di formazione in pasticceria.

I corsi sono stati attivati nei centri dei nostri partner locali: l’associazione Fraternité des Handicapés de Tanger, la Fédération des Associations des Personnes à besoins spécifiques de Chtouka Ait Baha, l’association RBC de Settat e l’associazione BADR de Berkane. Inoltre, sono previste attività di rafforzamento delle organizzazioni della società civile locali mediante il lancio di otto laboratori nel settore della ristorazione attraverso il meccanismo di finanziamento a cascata, oltre ad attività di sensibilizzazione e advocacy sul tema della disabilità rivolte alle istituzioni pubbliche e alla popolazione in generale.

Insomma, dopo aver passato gli ultimi mesi a lavorare sul progetto e aver aiutato nella redazione del primo rapporto intermedio per l’Unione Europea da dietro una scrivania, ero contenta di poter finalmente andare a toccare con mano e tradurre tutti quei numeri, quelle parole, quelle tabelle, in volti, persone con un nome e una storia. Ricordo infatti l’emozione nell’entrare al centro dell’Associazione Fraternité des Handicapés de Tanger: la calorosa accoglienza che ci ha riservato il Sig. Sebbane, il responsabile regionale di Tangeri, e il travolgente profumo di torte appena sfornate.

sxVFuMG2sJ4qh78cR P e17OhY1v2yBFOckXd5wamsw plaintext 638167362283820646Dopo una breve visita al centro, ci addentriamo nel laboratorio di pasticceria dove 18 ragazze con disabilità e le loro caregiver stavano partecipando a una parte delle 374 ore di formazione teorico-pratica previste dal progetto. Anche se con qualche difficoltà dettata dalla lingua, abbiamo preso parte alla formazione, scambiato qualche parola con le partecipanti e poi, come ogni formazione che si rispetti, abbiamo degustato le loro creazioni. Inutile dire che erano squisite!

Con la pancia piena, insieme ad Alessandra (Rappresentante Paese per OVCI in Marocco) e Mr. Sebbane, abbiamo poi approfittato per parlare di questioni amministrative ed organizzative, necessarie alla buona riuscita del progetto: la ricerca di esercizi commerciali dove le ragazze possano svolgere lo stage conclusivo, l’organizzazione delle visite a domicilio degli agenti SIBC, i futuri incontri formativi relativi alle altre attività del progetto...

Una volta affrontate anche le questioni organizzative, con più emozione di quando siamo entrati, ci congediamo da Mr. Sebbane e dalle partecipanti e ci rimettiamo in viaggio verso casa, carichi di nuovi spunti per continuare l’implementazione del progetto.

Giulia Agnolin, Casco Bianco SCU per OVCI in Marocco

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